La griffe fa lo stile?

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  1. Sunrise26
     
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    Loghi idolatrati, marchi immortali, che sanno esercitare un fascino perverso, anche su chi non può permetterseli. Vediamoci chiaro e cerchiamo di capire perchè una griffe non fa lo stile

    Non neghiamolo: la passione per il logo esiste, ed è consistente e diffusa. Non capita anche a voi ogni tanto di avere un brivido nell'avvistare le due C incrociate di Chanel o il celeberrimo Monogramma di Vuitton. Si tratta di simboli che raccontano una storia, simulacri di classe e di stile che hanno assunto fascino immortale. Simboli che incarnano una serie di elementi che sanno toccare le corde più intime di qualsiasi fashionista.
    Questo è un fatto comprensibile e innegabile. Ma vi siete mai chieste fino a che punto il marchio fa lo stile? Cosa cerchiamo veramente in un capo o in un accessorio? Solo un simbolo o una scritta che comunichino, per virtù intrinsche, il concetto di stile?
    La questione non è così semplice e scontata. Cominciamo col dire che negli ultimi anni (o forse dovremmo dire negli ultimi decenni) è dilagato un vero e proprio abuso della griffe e del logo. Un fenomeno di "democratizzazione" della marca che presenta non poche controindicazioni. Gli attegiamenti inquietanti che si sono fatti strada sono due:
    -molti di quelli che possono permettersi il capo griffato ci tengono a sfoggiarlo, proprio per dimostrare che possono permetterselo. Il marchio bene in vista diventa un valore aggiunto.-chi non può permetterselo ripiega sul tarocco, e ci tiene ugualmente a sfoggiarlo.
    Il marchio diventa così uno status symbol, che esercita un fascino perverso anche su chi non può permetterselo, ma vuole ostentarlo, forse per non sentirsi da meno. Un circolo vizioso che ha creato non poche "mostruosità".
    Dove sta l'errore? Nella convinzione di essere (o di avere) qualcosa in più grazie a una scritta o a un simbolo. Che è ben diverso dall'acquistare cose griffate per avere la garanzia di possedere un oggetto di classe e/o di qualità. Intenzione che evidentemente appartiene a una pallida minoranza degli acquirenti, altrimenti il mercato del falso e dei marchi taroccati non prolifererebbe in maniera così indiscriminata.
    E' inutile dire che anche la vera fashionista apprezza il marchio, ma lo fa per altri motivi. Ma allo stesso tempo è consapevole del fatto che non è quella Monogram a rendere cool la sua mise. La Monogram fa indubbiamente la sua parte, ma non è fondamentale. E' fondamentale il modo in cui viene abbinata a tutto il resto. E soprattutto, qualsiasi donna (o uomo) con il minimo sindacale di buon gusto, sa alla perfezione che accostare più loghi appariscenti è assolutamente da evitare per evidenti ragioni estetiche.
    Il succo è che spendere molti soldi per schiaffarsi addosso un marchio è relativamente facile (perlomeno se si hanno le risorse finanziarie). Ma vestirsi con gusto, è un altro paio di maniche. Vestirsi con stile vuol dire ponderare ciò che si indossa. Fare tutto con cognizione di causa, sapere assecondare le tendenze ma mettendoci un pizzico di inventiva, dare all'insieme un'impronta personale. Nel suo piccolo anche sapersi vestire è un arte.

    FONTE:http://www.girlpower.it/look/moda/
     
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0 replies since 19/3/2013, 22:53   33 views
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